Radio Bullets – Scrivere è lasciare la pentola dell’acqua sul fuoco acceso

Scrivere è lasciare la pentola dell’acqua sul fuoco acceso. Il podcast di lunedì 12 settembre 2016 per Radio Bullets

Scrivere è lasciare la pentola dell’acqua sul fuoco acceso

Diceva di cercare la vita ovunque, anche in un moscerino. Diceva che una fruttivendola il giorno dopo già vendeva i suoi manghi. Diceva di scrivere perché una signora in automobile, un giorno, si fermò a chiedere indicazioni. Sua nonna rispose e la macchina ripartì. Ma dal finestrino aperto lui sentì che la signora chiedeva al compagno come si fa a vivere in un buco simile. E in effetti, non avevano nulla. Un cinema, una biblioteca, un teatro. Niente. Solo la vita.

E dopo la scossa di terremoto che colpì Port au Prince il 12 gennaio 2010, Dany Laferrière non poteva fare altro che scrivere, testimoniare la vita quotidiana perché solo questo è importante, perché i giornalisti arrivano e raccontano e poi si spostano a raccontare la prossima tragedia. Ma l’unico modo per parlare di queste tragedie, dice, è averle vissute. Raccontare significa testimoniare modestamente guardandosi bene dal credersi al di sopra degli eventi perché un libro non entra in rivalità con un evento, ma lo racconta onestamente dal punto di vista di un mortale. Una bambina chiede alla madre se il giorno dopo sarebbe andata a scuola e la madre le dice di no perché la scuola e la città sono distrutte. E la bambina tira un sospiro di sollievo perché non aveva fatto i compiti e gli abitanti di Port au Prince ridono.

E Dany lo racconta con la sua voce di ghiaia che svela i contrasti. come ciò che sopravvive ad una scossa che distrugge una città e colpisce tre milioni di persone uccidendone 50mila. Lo stelo che sorregge un fiore e resiste agli edifici di calcestruzzo crollati. Quindi scrivere è raccontare questa leggerezza? Ma per vederla occorre rallentare perché rischiamo di perdere troppo tempo a correre e agitarsi senza capire il perché. A Lione alcuni operai della seta in sciopero si sono messi a sparare all’orologio del campanile, a sparare contro il tempo. Avevano capito che l’importante è avere una diversa prospettiva nei confronti del tempo. Ma nemmeno i ricchi hanno ancora trovato una soluzione, dice Dany, non hanno un modello da seguire perché anche loro vivono in questa corrente del tempo inarrestabile.

E quindi si perde la bellezza di stare qualche minuto in più a letto al mattino solo per sognare o per fare qualche pensiero in più. Occorre allontanare il concetto di efficacia per cui tutto deve essere commerciale e utile. Ma quanto potente può essere una siesta di 15 minuti durante la giornata per ritrovare energia nuova? Trovare nuovi pensieri. Sognare, dice Dany, è andare in un paese invisibile. Scrivere, dice, è essere pronti.

E ancora ricorda sua nonna, che non sapeva né leggere né scrivere, che nel suo buco di paese lasciava la pentola dell’acqua sul fuoco acceso perché qualcuno passava sempre e portava del pesce, delle banane, caffè. Ma la loro vicina, nella sua grande casa, non mangiava piatti così raffinati e Dany chiese alla nonna perché, e la nonna disse che era perché lei non lasciava la pentola dell’acqua sul fuoco acceso.

Alessio Sartore

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