Radio Bullets – Emma, che ha negli occhi una punta di nocciola

l podcast e il testo della puntata di La storia della tua mappa del 25 07 2016 per Radio Bullets

Emma che negli occhi azzurri ha una punta di nocciola

Emma è convinta che gli amori sinceri possano nascere soltanto d’estate e soltanto in città. Per questo non si muove mai, non va in vacanza, pedala per Verona tra un lavori in corso e le poche auto e incontra le persone che come lei hanno deciso di rimanere.

E la sera va a mangiare angurie in un piccolo bar ma più che bar è un container grigio dai bordi rossi tra il cimitero monumentale, una strada a quattro corsie e un distributore di benzina e gli avventori vanno a pescare nelle vasche d’acqua e ghiaccio grandi fette di cocomeri e le puliscono per bene dei semi con un coltello dalla punta arrotondata con i trucioli di plastica che sbordano dal manico e scacciano le zanzare parlando di quasi niente.

Fino al giorno in cui, al maneggio dove lavora, incontra un uomo con dei bei baffi setosi ma la pelle di cuoio che le chiede di andare a lavorare per tutto il mese di agosto con lui in sicilia, a cefalù, gite turistiche a cavallo tra le meraviglie della trinacria ma solo per olandesi. Ci va e lì conosce Angelo, un ragazzo che di lavoro raccoglie ricci di mare restando sott’acqua per almeno 4 minuti e la gente ogni volta si chiede se è morto o se stia scherzando o se raccolga effettivamente dei ricci, e Angelo si innamora di lei ma non è buono con le parole e allora le prepara la colazione. Tutti i giorni. Cornetto con gelato alla mandorla. Raviola al forno. Cannolo con ricotta. Granita. Panzerottino con crema bianca. Brioche con il tuppo. Graffa con lo zucchero semolato attaccato sopra. Treccia. Iris con crema di pistacchio e mandorle. Succhi. toast. Miele. Pane con panelle e cazzilli. Yogurt.

Un giorno a passeggio sull’Etna, Emma vede un cane zoppicare lì in fondo. Scese da cavallo e gli si avvicina piano. E’ tanto arruffato quanto color delle arance e si fissano per un momento, il momento in cui lei decide che non l’avrebbe più lasciato.

La sera prima di ripartire Angelo, con quella sua bocca sgangerata le dice: rimani.

Glielo dice con i suoi denti tutti storti come se una grande pietra fosse caduta dal cielo sulla tastiera di un pianoforte. La sera è appiccicosa, ma lui sincero. E lei, che negli occhi azzurri ha una punta di nocciola, sorride per non dire nulla.

Poco più tardi, sdraiata a letto leggendo Le piccole virtù, soppesa per buoni cinque minuti questa frase: chissà perché d’un tratto siamo certi che la persona giusta si incontri in villeggiatura d’estate. Fa le valigie, prende il suo cane e salpa per Civitavecchia.

tornata in città il suo cane la segue trottandole dietro mentre lei in bici supera i lavori in corso in smaltimento perché sono già i primi di settembre. Continua a chiedersi perché si fosse convinta un giorno che gli amori sinceri potessero nascere soltanto d’estate e soltanto in città. Natalia Ginzburg non ha ragione, non ha quasi mai ragione. Si ferma e appoggia la bici a terra. Sbuffa, fa un piccola risata e accarezza il suo cane.

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