L’Italia è un luogo di meraviglia.
Certi strapiombi liguri, le colline del veronese, il mare sopra Alghero, il tonno pescato e mangiato fuori Marsala, il caldo di Bari, una pieve perugina, le notti a rincorrersi a Milano per poi fare colazione a Torino. L’Italia te la porti appresso per tutta la vita.
Ma l’Italia ha un problema di erario. Spende molto di piú di quello che guadagna. Circa il 20% in più. Come se dal tuo salario di 1000 euro al mese, ne spendessi 1200 per l’affitto, la benzina, la pizza, le scarpe e il cinema.
L’Italia fa parte di un sistema politico piú grande, l’Unione Europea. Questa necessità è data dal mercato. Stati Uniti e Giappone sarebbero inarrivabili se gli Stati europei viaggiassero da soli. Insieme, corriamo di più. Da una decina d’anni inoltre, alle potenze USA e Giappone, si è affiancata la Cina. Fra poco tocca all’India, Brasile, Russia. I famosi B.R.I.C.
L’Italia deve aggiustare i conti altrimenti i suoi titoli perdono di valore e nessuno li vuole più. Ti fideresti di fare l’abbonamento ad una palestra che non sai se può pagare gli attrezzi? Io no, e cambio palestra. Se l’Italia non mette i conti in ordine, i suoi titoli diventano junk: spazzatura. Come sono spazzatura ora i titoli irlandesi.
Cosa fare? Il ministro dell’economia Giulio Tremonti ha proposto una manovra da 46 miliardi di euro da ora al 2014. In realtà la gran parte della somma è posticipata al biennio 2013-14 perché il 2013 è l’anno delle elezioni e la maggioranza ora al governo vuole usarla come punto di forza in campagna elettorale.
Sul Financial Times, Mario Monti spiega quali siano i dieci punti su cui la manovra deve insistere. Vediamoli uno ad uno.
1 . Pensioni. L’Italia è un Paese vecchio, le pensioni costano allo Stato moltissimo. Cosa fare? Aumentare l’età pensionabile cosí da avere piú lavoratori (quindi contribuenti) e meno pensionati.
2 . Fisco. 15 miliardi sono sospesi ad una delega fiscale che non si sa quando verrà approvata. Serve portare subito la delega dentro la manovra.
3 . Anticipo. 40 miliardi su 46 sono posticipati al post-elezioni. Anticipiamoli ora.
4 . Aumento. Purtroppo il weekend nero della borsa di Milano con gli attacchi all’Italia degli speculatori ha aumentato il tasso di interesse del debito pubblico italiano. I 46 miliardi non bastano più, ne servono altri 15 o 20 per il pareggio di bilancio nel 2014.
5 . Unione. Maggioranza e opposizione devono affermare pubblicamente che si impegneranno a portare avanti la manovra a prescindere da chi sarà al governo nella prossima legislatura.
6 . Privatizzazione. Lasciare alle aziende la gestione delle ex municipalizzate. Con il referendum sull’acqua però i cittadini hanno dato le chiavi in mano alla gestione politica. Personalmente ho votato, ma ho votato NO. In linea di principio avrei votato SI, ma la gestione politica italiana dimostra purtroppo come siano maggiori i costi in confronto ai benefici. La comunicazione fatta sul referendum era basata sulla condizione idealista dell’acqua come vita quindi non privatizzabile, ma è una comunicazione sbagliata. Se non cieca, miope.
7 . Immobili. Se lo Stato vendesse gli immobili che non usa ai privati, si stima che guadagnerebbe 40 miliardi di euro. Come una intera manovra. L’Inghilterra ha proposto di vendere lotti della foresta di Sherwood per far fronte al debito.
8 . Lavoro. Basta differenza tra precari e fissi. L’imprenditore ha paura ad assumere perché l’attuale contratto di lavoro di matrice sindacalista rende quasi impossibile il licenziamento. Il contratto a progetto invece non dà futuro al neo assunto. Serve il giusto mezzo: assunzione a tempo indeterminato ma con la possibilità di rapido licenziamento che diventa sempre pi§ tutelata con il passare del tempo.
9 . Ordini. Abolire gli Ordini professionali. Gli Ordini sono la manifestazione della burocrazia, lentezza, noia, panza, iniquità, stupidità, nepotismo, furbizia italiana. Ieri 80 avvocati parlamentari erano pronti a far cadere Tremonti e la manovra e tutto il Paese in un momento cosí difficile se non si fosse eliminata questa proposta dalla manovra. Abolire gli Ordini significherebbe portare finalmente le professioni dentro il mercato libero, quindi dentro alla concorrenza. La concorrenza fa aumentare la qualità e diminuire i prezzi. Oggi se un avvocato, commercialista, farmacista etc vuole fare una consulenza a 20 euro, non può farlo perchè l’Ordine professionale detta dei minimi salariali. Un cartello. Una lobby. L’anti-mercato.
10 . Fondo UE per la crisi. L’Europa unita aiuta la parte di debito dei singoli Stati creato dalla crisi.
Aboliamo gli Ordini, non spaventiamoci delle privatizzazioni, accettiamo un posto di lavoro basato sul merito e non su un contratto sindacale vetusto e impolverato, indigniamoci per i costi della politica, usiamo la bici, restiamo svegli.
L’Italia è un luogo di meraviglia. Non di abitudine.