Arrivano i mostri

La scorsa settimana sono stato a Torino al Giro d’Italia.

Al Giro ci sono 23 squadre x 9 ciclisti = 207 ragazzi dai venti ai trentacinque anni circa.

Corrono, si fanno il mazzo tanto, qualcuno guadagna anche qualcosina.

Lunedi un ciclista della squadrda Leopard Trek, Wouter Weilandt, è morto a causa di una caduta in una discesa. Ieri hanno dedicato la tappa a lui. La squadra ha tagliato il traguardo insieme. Piano piano. Senza musica, senza carovana. Con loro anche un ciclista della Garmin Cervelo, suo migliore amico, che ha chiesto di poter abbandonare il Giro e tornare a casa. Wouter Weiland era un ragazzo belga di 26 anni. Tutta la squadra si è ritirata dal Giro.

Sulla Gazzetta leggo la notizia.

Di fianco c’era un video del Milan, campione d’Italia, che festeggia lo scudetto all’Olimpico.

La notizia in rilievo erano i cori di Rino Gattuso in mutande con gli ultras milanisti rivolti all’allenatore dell’Inter, Leonardo, ex ct del Milan.

Il coro era: Leonardo, uomo di m…

Guardo il video. I cori. Il rumore. Metto pausa. Rileggo la notizia su Wouter. Le parole. Il silenzio.

Il comune denominatore è lo sport.

Nient’altro.