Teste dinoccolate. Sbuffi. Caldo. Tutti seduti mezzi storti ad aspettare. Solito clima all’AIM.
AIM sta per Aziende Industriali Municipali: acqua luce gas rifiuti etc.
Ci devi passare. Non c’è niente da fare.
All’AIM non esiste una mail, aspetti minimo mezza giornata se ci vai, le info al telefono sono frammentarie. ‘Mi dispiace dovrebbe ripassare o ritelefonare’.
Ma la gente non ne può più. E’ stanca. Sale la coscienza popolare. Piano piano. Ora sempre più forte.
Stamattina mi sono trovavo nell’occhio del ciclone.
Gente lì seduta da 2 ore e più ha deciso di alzarsi e cominciare la rivolta.
Le ragazze allo sportello all’inizio non ci badavano più di tanto. Ma gli animali erano a briglia sciolta. Cani, maiali. Un suino canuto sui 60, tale Palla di Neve, dice a gran voce: voi non fate niente tutto il giorno!
Un altro, Napoleone, mi si avvicina e mi chiede di mostrargli il biglietto con il numero per vedere se ero in regola.
Anarchia, grida, rivoluzione!
La burocrazia fa sempre questo effetto. Sangue dal naso, nervosismo prima e un bel po’ di mal di testa poi.
Prima di andarmene mi giro un’ultima volta. Il caos è ancora nell’aria, le sedie scricchiolano, vorrebbero volare.
Sul muro dietro agli sportelli, Gondrano, un cavallo pazzo, prima di accasciarsi sulle piastrelle fredde scrive:
Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
Chiudo la porta. Non serve a niente. Il sole continua a scottare sulla pelle.