Copio qui la recensione di Claudia di Quel Ciao Era Già Un Desiderio.
Grazie Claudia.
Un libro piccino, tanto da riuscire a starti in una tasca e accompagnarti fino a destinazione.
Un formato inusuale che lo rende facile da tenere in mano, con la copertina morbida che si piega, mentre lo leggi tutto d’un fiato.
Perché così è stato, almeno per me.
Le parole si rincorrono, rotolano veloci dalla scarpata, ruzzolando giù in una cordata che le lega una all’altra, senza pause. E non si fermano, quelle parole, se non quando arrivano in fondo: esauste, ma ricche di significato.
E’ come se, proprio quel viaggio, fosse l’unico mezzo in grado di svelarne il significato recondito: dipanare la matassa dei sentimenti ingarbugliati e incompresi.
Lo spazio bianco tra le parole si riempie della pausa che non c’è, della virgola che l’occhio cerca e non trova mentre incalza nella passione che diventa empatia.
Perché quel sentimento diventa il tuo: i ruoli si invertono ed è facile immedesimarsi.
E’ in quel momento che quelle pagine, prendono vita.
(Alessio, grazie.)