De Andrè non l’ho ancora capito. Me ne hanno parlato tanto. Ma ho una promessa: mio cugino mi aiuterà a farlo avvicinare.
“E’ tanto, è tanto”, continua a dirmi.
Intanto ecco Ivan Graziani. Lugano addio non è una canzone. Lugano addio non la puoi definire. Ho provato a registrarla così al volo con Garage Band di fronte al Mac. Solo la prima strofa e il ritornello perchè anche Ivan è tanto. Tanta roba. Poche righe è così tanta roba.
Lugano è ferma. L’avete mai vista? Il lago l’avete mai visto? Lugano è già un addio. E Marta, una Marta l’abbiamo persa tutti. A qualsiasi età, ogni sera. Ogni sera che non vuole saperne e se ne sta lì ferma a guardarti.
Scarpe da tennis bianche e blu, seni pesanti e labbra rosse, e la giacca a vento
Oh Marta io ti ricordo così, il tuo sorriso e i tuoi capelli, fermi come il lago
Lugano addio, cantavi
Mentre la mano mi tenevi
Canta con me, mi dicevi ed io cantavo
Di un posto che non avevo visto mai