Post al Ministro Tremonti sul perchè i tagli alla Cultura faranno male più all’Economia che alla Cultura stessa.
Tutto parte dalla nozione di bellezza.
Noi produciamo se siamo circondati dal bello.
Perchè?
Il discorso estetico, ciò che è bello, esiste solo se condiviso. Come dire: ci piace quindi esiste.
Nel momento in cui condividiamo la categoria di bellezza, questa esiste: un’estetica singolare (mi piace) non è vera estetica. E non è neppure anti-estetica perchè l’anti-estetica non è altro che un’altra categoria dell’estetica.
L’estetica è quindi un’esperienza comune.
Kant nella Critica del Giudizio (1790) identifica l’estetica come ‘l’esperienza del bello o del sublime’. Per fare esperienza del bello però, occorre vivere in un contesto estetico.
Il consumo di arte quindi è presupposto per l’esperienza estetica.
Questo non è un discorso snob. Piuttosto è come dire che per poter apprezzare il bello occorre esserne un po’ abituati.
Allo stesso modo quindi vivere circondati dal brutto fa abituare gli occhi e i sensi ad una certa abitudine al brutto. Così che di fronte ad un’opera d’arte non si abbia nessuna reazione.
Arte è una parola molto generica per definire la Cultura.
La Cultura in Italia ha subito un altro taglio: 77 milioni di euro in meno. 27 tolti allo Spettacolo e 50 a tutto il resto.
I fondi per la Cultura sono lo 0,21% dell’intero bilancio dello Stato (erano lo 0,34% fino a pochi anni fa).
Come ricorda Ernesto Galli della Loggia in un articolo del 16 marzo sul Corriere, lo Stato stanzia oggi ‘la cifra ridicola di 50 milioni di euro per tutto il patrimonio storico, archeologico e artistico del nostro Paese’. Per fare un confronto, la Francia stanzia 227 milioni solo per il Louvre.
Ma a cosa porteranno queste scelte nel medio e lungo periodo?
La perdita di investimenti nella cultura e nell’arte ci fa abituare al brutto.
Abituarsi ad un contesto non estetico ci priva della fantasia.
Non avere fantasia significa perdere creatività.
La creatività è il vero motore dell’economia.
Senza un’economia che spinge lo Stato affonda.
Questo è un discorso molto logico: tagliare i fondi alla cultura porterà ad una diminuzione dell’ingegno quindi della produttività perché ci disabitua ad inventare.
La Cultura manifesta il Bello. Vivere in un ambiente in cui il Bello fatica a manifestarsi ci farà del male.