Seduti. Immobili

Arrivi alla poesia quasi per caso. Di sicuro per nessuna scusa.

La poesia è un bel rischio. Prima di stendere parole precise su un foglio qualsiasi, ti sei sorpreso un’altra volta. Hai rischiato una confessione. Hai raccolto il gusto un po’ grottesco dei sogni appena sveglio. Hai rovesciato completamente il panorama di fronte agli occhi: il cielo è sotto e gli alberi stanno con le radici all’insù.

Arrivi alla poesia che non ne puoi piú fare a meno. Tieni un libro vicino al comodino, uno in borsa e magari anche uno in macchina. Dai un morso quando hai fame. Come ciliegie raccolte da un albero in questo giugno, piccoli versi, senza indigestione. Ho cominciato a scrivere poesie perché una persona scriveva vicino a me. Senza fretta, come veniva. Grazie.

Arrivi alla poesia come certe folate di vento. La pelle non ce la fa più a tenerle e la mano ti si arriccia, hai bisogno di scrivere.

Scrivere poesia lo fai dappertutto. Certe cene quando sei via, lontanissimo da casa. Mentre aspetti il verde e ingrani un attacco. Di notte. Quando fai ordine in casa. In bici. Sott’acqua.

Arrivi alla poesia quando c’è silenzio. Un bar, persone che parlano gridano sbattono bicchieri e ridono. E tu di fronte a lei, ai suoi occhi e ai suoi capelli. Silenzio. Non serve altro.

Seduti. Immobili (Lietocolle) è il mio primo libro di poesie.

E’ uscito ieri.

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