L’osso delle olive e la poesia

La scuola in qualche modo ti fa allontanare dalla poesia.

Se hai fortuna, la ripeschi dopo, magari perchè una ragazza che te la fa gustare come una fragola appoggiata alle labbra.

La poesia è una scoperta.

Ci vuole tempo per la poesia, va masticata piano.

Ricordo un racconto di Erri De Luca su un contadino che teneva tutto il giorno un’oliva in bocca,

e se la passava tra i denti per sentire le pieghe dell’osso.

Ecco, la poesia è un po’ così.

Va tenuta in bocca, mai ingoiata. Gustata.

Poi diventa necessaria.

Un po’ come la corsa.

Corri. All’inizio è una faticaccia. Anzi il primo mese proprio non c’hai voglia.

Poi invece ne senti la mancanza. E corri, semplicemente.

O ti scopri con un libriccino di poesia nella borsa e lo sbirci e increspi le pagine manco fossero onde.

Da dove partire?

Montale, appunto.

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