Esiste una certa pazienza in queste giornate di luglio, quando il cielo delle due del pomeriggio è talmente schivo e indolente da appiccicarsi addosso come i ricordi. Ma la memoria non è più nostra. Noi non ricordiamo più. E se non ricordi vuol dire non hai vissuto o non stai vivendo.
La memoria è topografica. Ricordiamo di più se sappiamo dove siamo. I luoghi sono i punti fermi della nostra memoria. La tecnica base della memorizzazione è legata alle mappe, lo diceva Giordano Bruno e chissà quanti prima di lui. Il navigatore gps quindi ci fa perdere memoria? Si.
Che cosa dimentichiamo? La nostra giornata tipo è un’amnesia talmente rapida e sfuggente che alla sera non ti sei accorto di quello che hai fatto. Non ne hai memoria. Non hai vissuto. Cosa fare? Rallentare? Anche. E ricordare e vivere di più l’attimo che sta accadendo. Adesso, qui.
Altrimenti perchè vivere se non te lo ricordi? Perchè entrare in questa enorme bolla e lasciarsi soffiare via dal vento? Perché andarla a fare quella vacanza, perché uscire quella sera, perché provare a darle un bacio, perché allargare le braccia e cantare e fregartene?
Se vivi lo ricorderai.