Scrivi trenta pagine, cancelli tutto e vomiti

Ci si sente così quando succede.

Stai scrivendo un romanzo o una storia e succede.

Magari è stata una canzone a darti tutta quell’energia per scrivere come un pazzo. O anche una foglia rotta sull’asfalto, o un grido dei vicini.

Ore e ore sulla tastiera. Ti fermi solo per bere qualcosa, accendere la luce quando si fa sera, mangiare un sacco di Gran Cereali per tirare avanti.

Poi ti fermi. Torni indietro. Leggi. Rileggi un’altra volta. Ti fa schifo. Selezioni tutto con il mouse. Riga per riga. Gli occhi sono stanchissimi, ti senti svenire, guardi il tasto backspace.

Lui è lì che non gliene frega niente. Ti sfida. Dai schiacciami se ne hai il coraggio!

E lo schiacci.

Non hai salvato nulla. C’era qualche bella frase sbocciata quasi per caso ma ormai è tutto finito. Hai cancellato tutto. Le ore, le dita, la grammatica, la testa.

Ti alzi sconvolto, barcolli verso il bagno e vomiti.

Non c’è altro da fare.

Quando scrivi male, vomiti fuori tutto.